Rimini | Ecomafia e infiltrazioni in riviera per il rapporto Legambiente
Ecomafia, in Emilia-Romagna nel 2012 si sono registrano 1.035 infrazioni accertate, 944 persone denunciate e 410 sequestri effettuati. Numeri che conducono la regione al decimo posto in Italia (risalendo di un gradino rispetto allo scorso anno). E a preoccupare è una presenza mafiosa sempre in crescita. E’ stato presentato oggi a Roma il rapporto di Legambiente.
Nella geografia criminale delle mafie italiane, l’Emilia-Romagna è divisa in tre zone: Bologna, l’Emilia e la Romagna. Tre realtà caratterizzate da un diverso livello di radicamento mafioso, come indicato dalla Direzione nazionale antimafia, sulla base dell’analisi di inchieste e indagini. La geografia delle infiltrazioni, in particolare, vede clan di diversa provenienza, campani e calabresi, convivere ‘pacificamente’ nel capoluogo di regione. La 'ndrangheta sfrutta le ricche province emiliane per ripulire soldi da reinvestire a sud. e la maggior parte dei soldi, ripuliti, vengono rimandati alla casa madre. La Romagna è nella morsa dei Casalesi, colonizzata prima con la droga e successivamente attraverso una diversificazione aziendale mirante soprattutto al riciclaggio e alla moltiplicazione dei proventi illeciti accumulati in Romagna, e non solo. In riviera su 2.400 strutture alberghiere censite nella provincia di Rimini sono 200 quelle sulle quali si sta interessando la magistratura perché le modalità con cui sono state vendute o hanno cambiato gestione, risultano sospette.
La provincia di Rimini è poi al top per l’abusivismo edilizio. Legambiente si rifà al proposito ai dati diffusi dalla Provincia sui primi 10 mesi del 2012: 220 denunce all’autorità inquirente competente (trasmesse alla Regione Emilia-Romagna e alla Provincia di Rimini), tra segnalazioni di irregolarità in materia edilizia e istanze di demolizione di manufatti non autorizzati.
In regione sono 23 i procedimenti iscritti nel registro delle notizie di reato da parte della Dda bolognese in base all’articolo 260 del Codice dell’ambiente, quello che sanziona l’attività organizzata di traffico illecito di rifiuti. Sono 23 i casi sui quali l’antimafia delle Due Torri sta lavorando, e di cui si aspettano i risultati. I dati li fornisce la Direzione nazionale antimafia (Dna), monitorando le iscrizioni dal gennaio 2010 al giugno del 2012. Un record di procedimenti aperti nel bolognese, basti pensare che la Dda di Napoli ne ha aperti “solo” 20.